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Giugno 2002 |
Prof. Tiziano Pacini - Docente di Posturologia presso la Scuola Superiore Medico Tecnica Trevano – Lugano – CH.; Segretario Generale dell’Accademia Multidisciplinare di Posturologia – Firenze Prof. Cecilia Morosini - Direttrice della Scuola di Specialità in Medicina Fisica e Riabilitazione - Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano Bicocca; Direttore Scientifico della Scuola per Psicomotricisti. |
APPLICAZIONE DELLA PRATICA POSTUROLOGICA |
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Si parla ormai costantemente di Postura in
Odontostomatologia, in Fisiatria, in Ortopedia, Angiologia ed in varie branche
della Medicina.
Troppo spesso tuttavia si dimentica che la Postura
ha una sua connotazione completamente al di fuori del campo Medico propriamente
detto.
Infatti tutti gli strumenti che interferiscono con
l’antigravitarietà umana creano di per sé variazioni posturali e per questo
motivo, in modo più o meno consapevole si occupano di Posturologia varie figure
professionali che vanno dal disegnatore di moda all’architetto che progetta una
sedia o un letto ed ancora hanno a che fare con la Postura coloro che vendono
letti, divani e mobili in genere.
Si occupano poi di postura, anch’essi più o meno
consapevolmente, tutti coloro che in qualche modo costruiscono o progettano
cose, macchine e quant’altro ha a che fare con funzioni che in qualche modo
obbligano l’uomo in particolari posizioni del corpo.
Si parla quasi sempre di Postura in modo
strettamente speculativo per capire quali siano i recettori interessati al
controllo posturale, per discutere di equilibrio e di tante altre cose ma molto
raramente si parla e si studia su come intervenire sul controllo della Postura.
Siamo ancora forgiati ed immersi nella mentalità
aristotelica basata sulla causalità ed ancora troppo poco siamo influenzati
dallo spirito anglosassone. Inoltre ci dimentichiamo quasi sempre del principio
olistico che sovraintende alle interrelazioni intra ed intersistemiche
Ebbene è del controllo posturale che vorremmo
iniziare a trattare in modo molto pratico.Vorremmo brevemente ricordare la
filogenesi podalica con partenza dalla pinna ad archipterigio dei pesci ossei
del devoniano fino al piede prensile della scimmia e poi al nostro piede
antigravitario dove si è avuta la
completa migrazione del calcagno sotto l’astragalo il che è il generatore primo
del bipodalismo peculiare della sola nostra specie. Una specie relativamente
giovane sul piano della standing reaction nche se già deteriorata sia dal punto
di vista biomeccanico che sociale.
Il bipodalismo è la massima espressione di
complessità posturale in quanto consente la gestione di un baricentro corporeo
molto lontano da una base di appoggio estremamente ridotta.
Il
bipodalismo porta fondamentalmente a due grandi vantaggi: il primo relativo
alla liberazione degli arti superiori che possono essere utilizzati appieno per
attività indipendenti dalla Postura ed il secondo relativo alla posizione della
pelvi che in questo modo diviene tipica della gestazione umana.
Il
quadro posturale fisiologico del singolo individuo in stazione eretta inizia
con un passaggio graduale ad un’antigravitarietà bipodalica intorno al
dodicesimo mese di vita, in quel tempo la dentizione è iniziata e presente con
i denti incisivi. In questo modo le articolazioni temporo-mandibolari trovano
nella chiusura degli incisivi una specie di fulcro. Questa condizione diventa
un passaggio fondamentale per la Postura dell’individuo come funzione del
condizionamento ambientale e della sua crescita
sia in relazione all’ambiente stesso che delle caratteristiche genetiche
individuali. L’accrescimento e la formazione del sistema muscolo-scheletrico e
quella del piano occlusale sono quindi il risultato di un complesso lavorio
strettamente correlato all’espressione dell’antigravitarietà dell’individuo il
cui equilibrio è garantito da complessi meccanismi fisiologici ai quali
contribuiscono principalmente le funzioni del labirinto vestibolare e del cervelletto,
nonché l’attività dei recettori visivi, degli esterocettori del tatto e della
pressione e dei propriocettori presenti nelle capsule articolari, nei muscoli
del collo, del tronco e degli arti. A livello dell’apparato vestibolare
esistono recettori sensoriali dai quali partono in permanenza impulsi destinati
a “informare” i centri nervosi superiori sulla posizione del corpo nello spazio
e sulle modificazioni che tale posizione subisce durante il movimento. Adesso
si pensa anche a barocettori renali anch’essi implicati nel mantenimento della
Postura. Gli impulsi prodotti dalle unità recettoriali sopra descritte
rimangono normalmente al di sotto della soglia della coscienza, per cui non
danno vita a sensazioni. Una ripetizione di combinazioni posturali può
funzionare da apprendimento e quindi in un certo senso dare una coscienza
subliminare dell’inconscio.
Gli
stimoli, giunti nei centri nervosi, promuovono reazioni muscolari automatiche
che sono riflessi posturali che assicurano il mantenimento della normale
posizione del corpo durante il riposo, riflessi stato-tonici o ne determinano le
opportune modificazioni durante il movimento, riflessi stato-cinetici.
Dalla sostanza reticolare al sistema limbico c’è una
graduale progressione del controllo posturale: antigravitario – attentivo –
emotivo. Fino alla possibile sintesi cognitiva frontale.
Ai fini dell’equilibrio posturale ha grande
importanza anche la funzione del cervelletto, che consente la giusta
distribuzione del tono tra i vari gruppi di muscoli la qual cosa assicura
stabilità e misura ai movimenti. L’individuo quindi risente nella sua
formazione muscolo scheletrica della manifestazione antigravitaria posturale,
il che significa che gli svantaggi che si vanno formando nella crescita nei confronti
dell’ambiente rappresentano errori funzionali che, seppur modesti, col passare
del tempo possono dare luogo prima a disagi e poi a patologie di interesse
Neurologico, Fisiatrico, Ortopedico, Angiologico, Stomatognatico, uditivo e
visivo. In effetti nella problematica posturale sono implicate tutte le
afferenze sensoriali presenti nel corpo e perciò sono in essa coinvolte tutte
le professioni che in qualche modo la modificano, la viziano e la fissano in
schemi anche patologici statici e dinamici.
L’uomo è il sistema o macchina naturale cibernetica
per eccellenza.
La Cibernetica è la scienza che studia la
progettazione e la realizzazione di sistemi artificiali ed ha come obiettivo
finale la realizzazione di sistemi in grado di autoprogrammarsi, cioè di
proporsi autonomamente delle finalità. è
una scienza interdisciplinare a collegamento tra Ingegneria, Biologia,
Chinesiologia, Matematica, Logica, ecc., studia il comportamento degli animali
e di ogni sistema paragonabile ad un organismo vivente. Si occupa pertanto di
organismi, elaboratori, cellule e via dicendo, prestando particolare attenzione
alle modalità con cui questi sistemi perseguono le proprie finalità, unifica la
terminologia e quindi la metodologia delle discipline relative alla comunicazione
ed al controllo dell’informazione per regolare e comandare l’azione del sistema
stesso.
I metodi della Cibernetica si basano sull’analisi
dell’informazione, sull’osservazione del comportamento globale dei sistemi
complessi, sullo studio dell’organizzazione e interazione qualitativa dei
diversi componenti considerando l’aspetto funzionale di ciascun organo. È
fondamentale in questa materia il mantenimento dell’identità del sistema con la
stabilizzazione della sua organizzazione ottenuta mediante adeguati meccanismi
di regolazione basati essenzialmente sul principio della retroazione. Lo studio
viene compiuto considerando i flussi di segnali che hanno luogo nel sistema e
le elaborazioni funzionali cui vengono sottoposti indipendentemente da
qualsiasi considerazione energetica. La
caratteristica fondamentale della Cibernetica è quella di essere un modo di
pensare che centra tutto il suo interesse
sul comportamento ed intesa nell’accezione più ampia e generale del
termine, studia tutte le macchine concettualmente possibili.
Possiamo dire che la
Cibernetica cerca criteri generali che permettano di classificare e capire
tutte le singole macchine considerate come sistemi complessi, o in altri
termini come automi. Infatti nella “teoria degli automi” essi possono essere
definiti come sistemi che elaborano un segnale introdotto dal mondo esterno, segnale di ingresso, matematicamente
rappresentabile con una funzione di un insieme di variabili e che fornisce ad
un istante prefissato un altro segnale, segnale
di uscita, rappresentabile anch’esso con una funzione di un insieme di
variabili.
La Cibernetica perciò può
essere una metodica utile per lo studio e l’elaborazione di modelli del
comportamento umano con accento proprio su quello posturale.
Se facciamo un parallelismo
fra linguaggio cibernetico e linguaggio neuropsicologicopossiamo nella stessa
misura parlare di informazioni selezionate, elaborate, archiviate, associate e
tradotte in risposte motorie (azioni), mentali (operazioni), affettive
(relazioni).
In sintesi esiste una
Posturologia che è classificabile all’interno di una scienza detta Ergonomia e
che si estrinseca nello strutturare per l’uomo adattamenti all’ambiente nel
quale vive ovvero interfacce che migliorino il sistema cibernetico umano.
Lo studio della Postura diviene così un fatto che
fondamentalmente si occupa dell’ antigravitarietà, della sua ottimizzazione
nelle fasi di stazione eretta, assisa e sdraiata (in particolare della supina)
e di progettare e costruire interfacce uomo – ambiente utili ad iniziare dagli
asintomatici o cosiddetti normali fino ai soggetti con patologie gravi nel
trattamento Clinico delle varie patologie.
Così il Posturologo Ergonomista per sua natura ha
necessità di sconfinare dallo stretto ambito dell’ Ergonomia per entrare in un
sistema transdisciplinare a supporto del campo medico dove si integra appieno
come figura di controllo e di confronto indispensabile per le varie specialità
Cliniche e poi ancora per gli Ortodonzisti, gli Odontoiatri che si occupano di
riabilitazione cranio mandibolare e per i tecnici che devono poi costruire
Sistemi Antigravitari Ergonomici o Ortesi in campo Tecnico Ortopedico o sistemi
misti.
Il Posturologo Ergonomista ed il Tecnico Ergonomista
sono figure indisensabili nell’équipe riabilitativa:il Medico Fisiatra, nella
sua valutazione prognostica del potenziale olistico di un individuo in
difficoltà
deve
includere come premessa la Valutazione delle Regolazioni Posturali e delle sue
potenziali modificazioni; il Terapista della Riabilitazione nella valutazione
statica e dinamica degli schemi patologici abbisogna per la prevenzione e la
correzione degli stessi del parere del Posturologo Ergonomista.
Giugno 2002
Docente di Posturologia presso la Scuola Superiore Medico Tecnica Trevano – Lugano – CH.
Segretario Generale
dell’Accademia Multidisciplinare di Posturologia – Firenze
Direttrice della Scuola di Specialità in Medicina Fisica e Riabilitazione - Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano Bicocca
Direttore Scientifico della
Scuola per Psicomotricisti.